Energia per vivere

28/02/2020
energia per vivere

 "Il corpo consuma energia anche a riposo" spiega Flachi. "Respirazione, digestione e battito del cuore, sono "attività" che richiedono energia anche quando dormiamo: questo è il metabolismo di base, sul quale influiscono fattori costituzionali e alcune patologie, in particolare quelle tiroidee, ma anche lo stile di vita". E se è veloce, come quello dell'amica che non ingrassa, brucia di più e tende a consumare le riserve di grasso.
Energia per fare Ogni movimento "brucia". Per esempio, mezz'ora di computer equivale a circa 45 calorie, mentre ballando si può arrivare a 250. "Ognuno di noi ha un consumo personale di calorie per le varie attività" spiega Flachi, "e in questo caso ciò che fa la differenza, oltre alla "velocità" del metabolismo di base, è la struttura fisica cui si è arrivati nel tempo: sedentarietà e alimentazione troppo ricca o sbilanciata, infatti, mutano il rapporto tra i tessuti del corpo, aumentando la massa grassa a scapito di quella muscolare, mentre è proprio quest'ultima a bruciare più calorie, cioè ad "accelerare" il metabolismo".
Yo-yo o bicicletta? Se ci si accorge di aver accumulato un po' troppe "riserve", si pensa subito a come smaltirle, magari con una dieta ferrea. "Questo può essere un grave errore" prosegue Flachi. "Eliminare il grasso "affamando" l'organismo crea un circolo vizioso, per cui il corpo diventa più efficiente, consuma di meno, e si affretta a ricostituire le riserve non appena la dieta finisce. Il risultato è una continua variazione di peso, con il famoso effetto yo-yo". Ma allora cosa si può fare? "Controllare l'alimentazione: più che con la dieta con la giusta varietà di cibi. E soprattutto praticare attività fisica, meglio se aerobica, tre volte alla settimana per almeno 45 minuti". Oppure, per chi deve approfittare dei ritagli di tempo, il trucco può essere quello di procurarsi un contapassi e arrivare a fine giornata con una "somma" compresa  tra 5 e 10 mila.
E per i più piccoli tutto sta, insomma, nel trovare il giusto equilibrio tra alimentazione corretta e allenamento. "Equilibrio che non è immutabile, perché l'esigenza calorica può cambiare: in gravidanza aumenta e in menopausa diminuisce, e di conseguenza vanno mutate le proprie abitudini", afferma Flachi. Per non parlare dell'educazione alimentare nell'infanzia. "Tra i bambini di oggi aumentano gli obesi, e soprattutto aumenta chi, in futuro, avrà un metabolismo "pigro", una maggiore tendenza a ingrassare e, non dimentichiamolo, un maggior rischio di diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari. Il grasso addominale, infatti, cioè un giro-vita che supera gli 88 cm,  predispone proprio verso  queste patologie".  
Punta sul mattino E dunque, come organizzarsi?  Il vero trucco, a sentire gli esperti, è scegliere il momento giusto per ogni cibo. "Non esistono alimenti ingrassanti o dimagranti, ma è fondamentale la scelta del momento in cui li ingeriamo" conclude Flachi. "La prima colazione, per esempio, è il momento giusto per abbinare grassi e proteine a dolci e carboidrati: i grassi rallentano l'assimilazione dei carboidrati e le proteine evitano i "crolli" di zucchero nel sangue, che scatenano la fame. Inoltre, la prima colazione dovrebbe fornire un quarto delle calorie quotidiane, che verranno bruciate senza trasformarsi in riserve di grasso.". Sempre in questa logica, è meglio mangiare dolci o pasta prima di un allenamento sportivo, riservando al "dopo", o alla sera, le proteine, che si digeriscono più lentamente e non si trasformano in riserve a forma di "cuscinetto".
Assimilare bene La velocità del nostro metabolismo dipende anche dall'assimilazione del cibo, a volte compromessa da allergie o intolleranze alimentari. "L'allergia alimentare è una reazione immunitaria immediata a certi alimenti, mentre nell'intolleranza, che si manifesta in relazione alle dosi e con maggiore ritardo, la reazione coinvolge in primo luogo la  digestione" spiega Flachi. "Non esiste relazione tra allergie o intolleranze alimentari, e obesità o patologie metaboliche, ma è certo che queste reazioni avverse al cibo, se non scoperte e risolte, possono provocare carenze di vario tipo e disturbi che vanno dalla colite alle dermatiti".