I trucchi per stare bene

13/07/2020
i trucchi per stare bene

Un saggio detto recita che più che aggiungere anni alla vita bisogna aggiungere più vita agli anni.

Se però si riesce anche ad avere a disposizione qualche anno in più tanto meglio... Insomma, il tema, come sempre, è poter invecchiare bene, in forma, possibilmente in autonomia e nella piena capacità di godersi fino a tardissima età tutto quello che l’esistenza ci offre. A questo scopo, anche l’alimentazione è un fattore importante, perché mangiar bene, in modo sano, può aiutare a ridurre le possibilità di ammalarsi e quindi, in ultima analisi, a trascorrere il più possibile i cosiddetti “anni d’argento” in buona salute.

Questo l’obiettivo di 10 mosse antietà, l’ultimo libro della nutrizionista Evelina Flachi, personaggio televisivo noto per le sue partecipazioni a vari programmi Rai, e già autrice di un volume di grande successo, La dieta del 5, cui più volte abbiamo attinto su questo giornale. Dice l’autrice, per spiegare la sua opera: «Vecchiaia e longevità sono due cose molto diverse. La prima è una condizione di debilitazione, che porta pian piano alla dipendenza dagli altri. La seconda è la capacità di mantenere fino a tarda età buone condizioni fisiche e mentali. Noi dobbiamo puntare alla longevità, con l’aiuto della scienza».

Dottoressa Flachi, intende dire che la durata della vita non dipende solo dai nostri geni, ma anche dalla nostra alimentazione?

«Ognuno di noi è unico, anche nelle prospettive di vita, in virtù dei propri geni. Ma questi nostri geni possono attivarsi, o addirittura rimanere silenti, in base all’ambiente che ci circonda, ai nostri comportamenti, alle nostre esperienze fisiche ed emotive. La loro influenza reale, secondo recenti ricerche, non supera il 20-30 per cento. Il resto dipende da noi. Per essere ancora più chiari: si può nascere con la tendenza all’obesità, ma non diventarlo mai grazie all’alimentazione e allo sport. È possibile avere geni che predispongono all’infarto o ai tumori, ma riuscire a prevenire entrambe queste malattie grazie a uno stile di vita virtuoso».

Ed è questo uno dei motivi per cui l‘età media negli ultimi anni si è molto alzata?


«Si vive di più e soprattutto meglio. Gli ultimi dati della Società italiana di geriatria ci dicono che oggi si diventa realmente “anziani” solo a 75 anni, mentre una trentina d’anni fa la terza età, almeno nella coscienza delle persone, iniziava già intorno ai 45 anni. A fare la differenza sono sicuramente le migliori condizioni di vita e il progresso della medicina. Dobbiamo proseguire su questa strada e fare sempre di più. Facendo leva sui nuovi risultati della ricerca scientifica, che ci danno sempre più dati e informazioni per piegare anche la genetica al raggiungimento degli obiettivi».

Di quali dati e informazioni stiamo parlando?

«Da anni sono state messe a fuoco le tante ragioni per cui si invecchia: dal patrimonio genetico ai radicali liberi, dalle dinamiche ormonali allo stress, al deterioramento graduale degli organi vitali come cuore e cervello. Si sa che sovrappeso e obesità possono favorire patologie non trasmissibili, come le malattie cardiovascolari, la sindrome metabolica e il diabete di tipo 2, malattia che dilaga nei Paesi sviluppati in tutte le fasce d’età. Ma oggi si indaga direttamente sulle dinamiche che regolano l’invecchiamento cellulare. E le ultime ricerche hanno messo a fuoco un nuovo importante fattore: il ruolo determinante dei telomeri, la parte finale dei cromosomi (le strutture interne alla cellula che de niscono il nostro Dna). Si è scoperto che più questa parte si assottiglia e si accorcia, meno le cellule si rigenerano e quindi invecchiano. E questa trasformazione dei telomeri è fortemente influenzata dallo stile di vita. Che diventa dunque, più che mai, uno strumento efficacissimo per controllare l’espressione dei nostri geni e, se possibile, spingerli verso una maggiore longevità».


Il suo libro parla di “10 mosse” che consentono di ritardare l’invecchiamento. Può darci qualche particolare in più?

«La scienza lo ribadisce spesso: la salute non è solo mancanza di malattia, ma l’equilibrio di un insieme complesso di aspetti e comportamenti fisici, psicologici, sociali, emotivi. Se invecchiare è un fenomeno dovuto a tanti fattori diversi, mantenersi giovani lo è ancora di più. Per questo occorre agire su più fronti: attività fisica e giusti comportamenti in cucina. Ma anche favorire un buon sonno, gestire lo stress, vivere le emozioni e promuovere un buon allenamento intellettuale, per mantenere giovane anche il cervello. Le “10 mosse” sono l’insieme di tutto quel che serve. Una buona guida pratica per ottenere risultati. Sarebbe bene seguirla fin da piccoli, ma diventa fondamentale una volta superati i 40 anni».

Lei è una grande fautrice della dieta mediterranea, che altri dietologi invece criticano. Perché la predilige?

«Perché è la miglior alleata contro le maggiori patologie. In particolare quelle cardiovascolari e tumorali, che rappresentano la prima e la seconda causa di morte nei Paesi sviluppati, e anche contro il sovrappeso e l’obesità, una condizione che favorisce entrambe le malattie. Inoltre favorisce un buon equilibrio nutrizionale. In più, come potrete scoprire nel libro, da recenti ricerche scienti che si è scoperto che essa attiva la telomerasi, un enzima che ritarda l’arrivo della vecchiaia. E la stessa funzione, a livello cellulare, che può svolgere la quotidiana attività motoria, parte integrante della dieta mediterranea».

Nel libro parla anche di integratori, superfood e simili. Sono davvero utili?

«Oggi la capacità del cibo di favorire il mantenimento di uno stato di benessere e di salute è sempre più riconosciuto dalla scienza. La prima arma rimane imparare a inserire consapevolmente nell’alimentazione quotidiana, senza rovinare tutto con cotture sbagliate, cibi di qualità, ricchi di sostanze utili e protettive. A partire soprattutto dagli antiossidanti. Ciò detto, soprattutto con il passare degli anni, quando l’appetito tende a ridursi, può essere utile l’integrazione di cibi funzionali, e integratori. Ma sempre su prescrizione medica».